I casi di studio

L’indagine sulle periferie italiane, di Enrico Puccini e Federico Tomassi, prende in analisi 13 quartieri periurbani dei principali capoluoghi italiani.  Lo Zen a Palermo, Scampia a Napoli, Tor Bella Monaca a Roma, Pilastro a Bologna, Begato a Genova, il Rozzol Melara di Trieste, Quarto Oggiaro a Milano, ecc. non sono solo dei quartieri divenuti noti alle cronache, ma rappresentano dei luoghi evocativi della stessa condizione di periferia. Tuttavia c’è un’altra caratteristica che li accomuna che è quella di essere tutti insediamenti di edilizia residenziale pubblica, o come si diceva una volta case popolari. Insediamenti storicamente usati per appagare l’emergenza abitativa e il cui l’accesso oggi è regolato attraverso dei bandi che fissano dei rigidi criteri socio-economici.

L’indagine nasce dalla necessità di colmare un vuoto conoscitivo su questi insediamenti attraverso un rilevamento mirato delle condizioni demografiche e socio-economiche. Mentre la maggior parte dei rilevamenti ufficiali si riferisce infatti ad aree vaste – come municipi o zone urbanistiche – in questo caso i dati sono stati elaborati in modo da isolare solo le aree dei quartieri di edilizia residenziale pubblica. Purtroppo per sviluppare la ricerca ci si è avvalsi dell’ultimo censimento generale disponibile – Istat 2011, visto che il nuovo è in lavorazione – l’unico che consentisse analisi comparative con diversi indicatori. Tuttavia appena il nuovo censimento sarà disponibile si potrebbe svolgere una analisi per capire come le condizioni di vita sono mutate in questi complessi.

In ultimo bisogna ravvisare che, per quanto l’indagine abbia scopo comparativo, ogni quartiere fa storia a sé: molti nel frattempo sono stati riqualificati, qualcuno sottoposto a demolizione e altri, come l’ex villaggio olimpico di Torino, sgomberati. Per cui la conoscenza territoriale delle singole vicende è fondamentale per una esaustiva chiave di lettura.

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