Enrico Puccini & Federico Tomassi – giugno 2018
Rispetto all’insieme delle case popolari descritto nei precedenti post, localizzato in tutto il territorio comunale e anche nell’hinterland, e che comprende anche alloggi sparsi in quartieri di affitto o di proprietà, i nuclei ERP veri e propri sono in numero più circoscritto. Inserendo gli indirizzi del patrimonio comunale e regionale in un sistema GIS, e confrontandoli con i dati delle sezioni censuarie desunte dall’ultimo Censimento Istat nel 2011, è stato possibile individuare i nuclei insediativi maggiormente omogenei, ossia quelli in cui è elevata la quota di case popolari rispetto al totale delle abitazioni, e che abbiano almeno 400 residenti. Abbiamo aggiunto anche il residence cosiddetto Bastogi, che è dedicato all’emergenza temporanea, ma che per le sue caratteristiche di lunga permanenza è confrontabile con gli alloggi popolari.
In totale si tratta di 42 nuclei, che ricadono in tutti i municipi della città tranne il II: sono infatti 1 nel I Municipio, 6 nel III, 5 nel IV, 1 a cavallo tra IV e V, 4 nel V, 6 nel VI, 1 nel VII, 3 nell’VIII, 2 nel IX, 3 nel X, 4 nell’XI, 1 nel XII, 1 nel XIII, 3 nel XIV e 1 nel XV. Ci vivono 115mila residenti, pari al 4,4% della popolazione romana e al 68% degli abitanti nelle case popolari esaminate nei post precedenti. Riusciamo così ad analizzare con il dettaglio dei dati censuari le caratteristiche di due terzi della popolazione ERP di Roma.
L’elemento di forte caratterizzazione di questi nuclei è il disagio sociale. L’indice di disagio calcolato sulla base di disoccupazione, occupazione, concentrazione giovanile (popolazione con meno di 25 anni) e scolarizzazione (diploma superiore o laurea), facendo zero la media romana[1], è pari a 12,6 nell’insieme dei nuclei, ma con una forte varianza tra essi. Raggiunge infatti valori ancora più alti, superiori a 15, nei vari insediamenti esterni o prossimi al GRA di Ponte di Nona (18,9), Labaro Prima Porta (17,8), Tor Vergata (17,1), Bastogi (16,7), Ostia Nord (15,8), Corviale (15,3) e Fogaccia (15,2); tra i nuclei più popolosi l’indice è elevato anche a San Basilio (14,3), Tor Bella Monaca Ovest (14,2) ed Est (13,8) e Primavalle (12,5). L’indice scende invece sotto 10 nei quartieri più vecchi e centrali o in quelli più piccoli dove esiste un certo grado di mix sociale, come Valco San Paolo (5,4), Tor Tre Teste (5,8), Fidene Vecchia (6,5), Donna Olimpia (7,7), San Saba (7,8), Torre Gaia (8,7), Cinecittà Est (9,2), Garbatella (9,4) e Fidene Colle Salario (9,6), che comunque rimangono ampiamente sopra la media romana pari a zero. Adottando una prospettiva storica, il disagio sociale è più basso della media ERP negli insediamenti costruiti prevalentemente prima del 1945, dove ormai la successione delle generazioni ha sostituito gli inquilini originari con figli e nipoti, e si è quindi venuto a creare spontaneamente un certo livello di mix sociale, eventualmente favorito dal piano di dismissione del patrimonio pubblico e dalla conseguente vendita degli alloggi sul mercato.
Indice di disagio sociale nei nuclei ERP e a Roma (media romana = 0)
Tra le componenti del disagio sociale, così come è calcolato l’indice, le differenze nei livelli di istruzione incidono pesantemente, perché rappresentano un fattore cruciale nelle opportunità sociali ed economiche delle persone, nonché uno degli indicatori distribuiti in maniera maggiormente diseguale nel territorio urbano. I laureati nei nuclei ERP sono solo poco più del 4% rispetto alla media romana del 20%, e i diplomati sono il 22,5% contro la media del 36%; i residenti con licenza media inferiore sono invece il 39% rispetto al dato romano di meno del 24%, e quelli con licenza elementare il 25% contro poco meno del 14%. A rendere più grave il fenomeno, in alcuni nuclei la scolarizzazione risulta persino inferiore, con valori che mostrano una evidente seppure nota segmentazione della città che non può lasciare indifferenti: i laureati sono infatti meno del 3% a San Basilio, Labaro Prima Porta, Ostia Nord e Bastogi, e analogamente i residenti senza almeno un diploma sono ben l’84% a Labaro Prima Porta, 78-80% a Tor Vergata e Corviale, 75-77% a San Basilio, Tiburtino Nord, Primavalle, Acilia Sud, Monte Cucco, Torre Maura, Tor Cervara, Ostia Nord, Tor Sapienza, Laurentino, Tor Bella Monaca Ovest ed Est, Bastogi e Ponte di Nona.
Titoli di studio nei nuclei ERP e a Roma (%)
Le opportunità lavorative sono il contraltare di quelle educative: essere occupati non significa solo avere la possibilità di produrre reddito, ma anche e soprattutto far parte di una comunità, realizzare sé stessi, sentirsi inclusi. I dati disponibili per il mercato del lavoro sono tratti dal Censimento 2011, e quindi prima della grave recessione degli anni successivi, ma rappresentano comunque l’unica possibilità di indagare questi fenomeni a livello di quartiere, e vanno quindi considerati più dal punto di vista delle differenze tra aree urbane che come valori assoluti. Sulla popolazione con più di 15 anni, il tasso di partecipazione alla forza lavoro nei nuclei ERP è del 45,7%, inferiore rispetto alla media romana del 53%, il tasso di occupazione 36,8% contro la media del 47,9%, e il tasso di disoccupazione è addirittura doppio rispetto alla media romana (19,4% contro 9,5%). Anche in questo caso emergono per alcuni nuclei dati preoccupanti, che difficilmente possono essere stati riassorbiti negli anni più recenti, e che mostrano una forte scarsità di opportunità lavorative: il tasso di disoccupazione è del 28% a Ponte di Nona, poco meno del 26% a Bastogi, circa 24% a Tor Vergata, Ostia Nord e Acilia Nord. Dal lato opposto, la disoccupazione è quasi in linea con la media romana a Donna Olimpia (meno del 12%).
Tassi del mercato del lavoro nei nuclei ERP e a Roma (%)